LA FORMA, LA MEMORIA, IL TEMPO

Mostra personale di
Andrea Martone

presentazione di Giorgio Agnisola
dal 5 al 20 ottobre 2013

La distinzione di Martone scultore è in quel suo incidere la Forma, solcandola e lasciandola con un ritmo lineare, a strati, con solchi paralleli e regolari, curve, scanalature, torsioni, che evocano nelle soluzioni stilistiche tanto il mondo classico che la contemporaneità. E tuttavia si Farebbe torto all’artista campano se si riducesse la lettura delle sue opere ad una semplice questione di registro visivo. L’arte di Andrea Martone, peraltro intrinsecamente segnata da una Forte memoria contadina (lo si comprende leggendo a ritroso la sua opera lino alle prime sculture degli anni Settanta del secolo passato, bassorilievi soprattutto, in cui l’artista localizzava la sua attenzione su aspetti e ligure caratteristici della sua terra, Capodrise, centro agricolo dell’entroterra casertano, patria di Domenico Mondo ed Elpidio Jenco), si nutre in realtà di Forti risonanze psicologiche, di temperati riflessi di una tensione emozionale e spirituale che sottende le scelte e le tecniche del suo linguaggio. Dietro e dentro la Forma di Martone c’è insomma tutta una trasposizione psichica prima ancora che logico-intuitiva dell’opera, di cui la Forma stessa traduce l’eleganza e la complessità semantica.

Nel riflesso metaforico delle opere è possibile poi riconoscere suggestioni più biografiche e contingenti della vita dell’artista, come: campi arati della sua terra e persino certe memorie giovanili, come i solchi ricavati sulla tenera pietra di tuio dei carri che a sera tornavano dai campi recando fasci di canapa. Percorrendo le vie del territorio marcianisano e capodrisano ancora si individuano quei solchi, testimonianze indirette di un mondo segnato dalla dura Fatica dei campi. Si vedono sul muri delle strade più strette, spesso ai limiti del centro urbano aperto alle campagne. lo stesso artista a segnalarci questo sguardo, questa memoria.

Ma accanto alla memoria c’è tutta una capacità astrattiva, coltivata nel tempo come una sintesi visiva di opposte inclinazioni, la grande esperienza figurativa per un verso, la forza visiOnaria per l’altro, visionaria e lirico-sensitiva. Lo testimoniano peraltro alcune sculture del maestro in cui l’assetto figurativo si percepisce sotto la superficie lasciata, in cui il profilo di un volto o di un corpo non viene mascherato, viene come rivestito, assumendo altra e variabile connotazione psicologica: più misteriosa, più solenne. E lo testimonia altresì la sua pittura cosî tramata di luce, così legata ad un gioco intimo di riverberi silenziosi, di interna poeticità. Lo testimoniano infine gli stessi disegni, in particolare gli schizzi a penna, felicissimi, giocati sull’onda di una visione ribaltata nella sensibilità, nello spazio lirico, colti non già nell’assetto realistico di Forme e ligure quanto nel loro vibrare silenzioso nello spazio di una realtà immaginata più che immaginaria. Martone è di fatto un artista libero, al di là di ogni riconoscibile assonanza stilistica non ha scuola, interpreta se stesso nel fondo riverberare di una Felicità di personali intuizioni. La sua scultura è soprattutto questo, un sentire riflesso nella vita.

Orari di visita: tutti i giorni dalle 17:30 alle 20:30, sabato fino alle 22:30, lunedì chiuso | Ingresso libero